venerdì 10 aprile 2009

A London Gatwick c'è un televisore rotto.

Le solite bugie, le solite banalità, il ripetersi sempre uguale delle cose, la prevedibilità di alcuna gente unita allo sfortunato covergere di alcune coincidenze stanno estorcendo il bene più grande che possiedo: la mia ironica serenità la stessa che in passato mi ha regalato curiosi sorrisi. Debiti insolvibili e soldi persi per autentiche cazzate sfortunate figlie anche di una maniera immorale di fare capitalismo. Non escludo le mie colpe, le maggiori responsabili ma grido anche contro le mie sfortune.
Dipendenti che non dipendono, famiglie sul lastrico, giovani che invecchiano rinnovando contratti a oltranza.
Un gatto che mi vomita per casa.
Ancora non so se amo troppo o non ami affatto.
Sento il suono di una chitarra scordata ma avverto la passione con la quale le mani stringono il manico e pizzicano le corde e questo mi basta. So però che prima o poi arriverà qualcuno capace di accordarla e questo mi rende ancora più felice.
So già cosa succede in questi casi.

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