domenica 19 aprile 2009

Il barista 47enne di un bar di plaza Espanya si venderebbe per molti meno soldi di Keith Richards.

La teoria degli uomini ordinari e straordinari e l'ideale estetico che si muovevano nella mente delittuosa di Raskolnikov, sono state le prime cose che mi hanno impressionato nella lettura di "Delitto e Castigo".
Ma un concetto è rimasto nella mente anche successivamente. Il concetto secondo il quale una delle cose in assoluto più tristi che possano capitare ad un essere umano sia quella di possedere un certo talento ma non una particolare genialità.
Struggersi perchè vedi la luce in fondo ma non riesci a raggiungerla.
Percepisci la grandezza, condividi l'idea di fondo, ma non riesci ad afferrarla come vorresti.
Talento senza genio. Neanche il talento quasi sempre.

Poi penso a Kerouac e "Scrivere Bop".

La sua precisa riflessione sul genio e il talento è semplice ed efficace. Il genio, lo dice l'etimologia stessa della parola, è colui che "genera", che "crea".
Colui che porta il nuovo.
Il talento è semplicemente colui che riproduce perfettamente ciò che il genio ha già dato alla luce.
Grant Green è un genio, George Benson, Pat Martino sono talenti (bè no cazzo, Pat Martino, con tutto ciò che gli è capitato è un genio!). Chuck Berry è un genio, Keith Richards è un talento (ma forse Wood lo è di più mentre Richards, a parte sapersi vendere meglio, ha solo avuto quel tocco in più, ha qualcosa che Wood non ha che lo rende diverso, mitologico, più vicino alla divinità.
Otis Rush e Jimi Hendrix sono molto più geniali di un talentuosissimo Page.
L'intelligenza romantica, quella classica e la Qualità di Pirsig.

"Alcune delle tue foto sono buone ma molte, sinceramente, non riescono a comunicarmi nulla. Devi prendere un tema e svilupparlo, focalizzandoti solo su quello. Ho notato che ti interessano i contrasti fra architetture di diverso stile. O gli spazi vuoti (vuoti in maniera assordante aggiungerei io), amplia l'idea, sviluppa il concetto."
La fotografa professionista fu più diretta e mi "spezzò le gambe" in più di una occasione. Era spettacolarmente sincera quando sentenziava che alcune foto erano per lei autentiche cagate.
Ma era altrettanto bello vederla quando, se una foto le piaceva, tirava fuori tutta la sua passione nell' esaltarne i punti forti. Gesticolava di fronte al computer e mi spiegava giochi di linee, luci e spazi che non sospettavo minimamente esistessero al momento di fare la foto.
è una sensazione rigenerante quella che si prova al ricevere critiche costruttive (subito dopo aver assorbito il dispiacere, che ovviamente resta la prima emozione che si prova nel veder non apprezzato un tuo lavoro).
So in che direzione andare adesso.
Più o meno.
Era una notte in cui alla fermata della metro di Liceu, un solo ragazzo con la sua chitarra incantò una folla di gente in attesa alle opposte banchine con le armonie più belle che avessi mai sentito tirar fuori da una sei corde spagnola.
Era incredibile e la gente applaudiva tutta.

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