mercoledì 22 luglio 2009

Non ci sono più scuse adesso.

Avevo da poco cominciato la collaborazione con la Gazzetta di Modena, fresco di laurea, con la testa piena di idee e musica. Mi sentivo all'epoca come una persona un pò fuori luogo all'interno della propria generazione. Mi sentivo come un "antenato" fra i miei coetanei; all'epoca ero contrario al libero download della musica in quanto la ritenevo una mancanza di rispetto nonchè una forma per ammazzare l'arte.
Robert Fripp la pensa ancora così.
Allora credevo che l'unica musica degna di essere ascoltata fosse il blues, il jazz, il garage rock e le mie fantasie non trovavano tregua quando pensavo all'eccitante periodo della "Summer of Love".

Mi sentivo perennemente pervaso dal senso di frustrazione derivante dal fatto che non riuscissi a capire come mai il mondo della musica contemporanea e la società in genere, si fossero per così dire appiattiti, si fosse perso lo smalto di un tempo.
Avevo la non bella sensazione di essere un nostalgico di un' epoca che non avevo mai vissuto.

Sarà stata la giovanile inesperienza o semplicemente la conseguenza del non avere mai incrociato sulla mia strada fino ad allora, nessun testimone diretto di quel panorama artistico musicale che tanto rimpiangevo non aver vissuto.
Certo gli anni a venire, i pioneri di quella generazione incontrati, le letture, hanno un pò cancellato quella innocente sensazione di rimpianto per i Sessanta mai vissuti, con il tempo mi sono reso conto di come quel clima di cambiamento e rivoluzione, altro non sia stato (scusate la banalità) che un fuoco di paglia borghese; inutile negare quanto di vero ci fosse in quello spirito generazionale, quel desiderio icontrollabile di cambiamento ma è altrettanto vero che tanti di quegli spiriti rivoluzionari hanno poi sostituito i propri papà sulle poltrone da loro precedentemente occupate.
Alcune menti di allora sono rimaste fedeli alle idee di allora e magari sono diventati dei Paolo Flores d'Arcais, dei Max MArmiroli o dei Gaspare Bernardi. Ma tantissimi altri con gli anni si sono rivelati in tutto ciò che erano fin dall'inizio, ossia tanti piccoli Giuliano Ferrara, dei Giovanni Lindo Ferretti, dei semplici Fleetwood Mac (senza Peter Green ovvio).

Non lo avrei mai detto cinque anni fa, ma durante gli scontri di Valle Giulia, mi sarei schierato dalla parte di Pasolini.