sabato 20 novembre 2010

Essere, non esistere.

Turgenev e Sartre stanno giocando con la mia sensibilità, ridono di me e mi prendono a schiaffi. Lo so maledetti bastardi, odio le vostre risate.


mercoledì 17 novembre 2010

Martina Franca, anno 1695.


Un permesso di soggiorno per motivi giudiziari
Due tette, bugie e squallore
Una gru alta dove le grida della fame non si odono
Gli operai restano inascoltati.

martedì 16 novembre 2010

Haiku (3)

Nebbie di novembre vicino al mercato
Un parcheggio vuoto
Le luci della volante dietro una masseria del 1695.

mercoledì 10 novembre 2010

Magari.

alzo il capo e vedo
me coricato
nel freddo

Konishi Raizan

Haiku (2)

le stagioni si danno il cambio fra i due emisferi
ovvie incomprensioni
le parole mal dette

lunedì 8 novembre 2010

Haiku (1)

c'è una fioca luce d'autunno che non riscalda
una goccia di vino stantio sulle pagine bianche
ma non una parola

La colpa non è nostra se esistiamo.


















Il teatro dell'assurdo in una piccola città di provincia. L'attesa di qualcosa che non arriverà mai. Le buche nelle strade che distruggono le automobili.
-"Andiamo, andiamo via da questo posto"
-"Dove?"
-"Non lo so"
Provare ad inventare qualcosa per scappare via dalla monotonia del piccolo borgo. Ma non avere la forza di cambiare veramente. Tomasi di Lampedusa scrisse il Gattopardo, Giovanni Verga parlò di "Ideale dell'ostrica".
-"Che facciamo stasera?
-"Non lo so"
-"C'è una festa alle 21"
-"Almeno stasera qualcosa si fa"
-"Ci vediamo alle 23"
-"Perchè così tardi? Andiamo prima!"
-"Ma no, che andiamo a fare prima?"
-"Dai ci vediamo all'Eden"
Due ore dopo.
-"Che palle non c'è niente da fare stasera"
-"E la festa?"
-"Mi hanno detto che non va nessuno, che dobbiamo andare a fare?"
-"Si ma che facciamo qui?"
-"Dai beviamo qualcosa e poi andiamo"
Due ore dopo, sempre di fronte all'Eden.
-"Non so se ho voglia di andare alla festa"
-"Perchè? Dai andiamo a fare un salto!"
-"Non ho voglia. Beviamo?"
-"Dai ok l'ultimo e poi andiamo"
-"Ok"
Due ore dopo. Eden bar.
-"Che palle questa città non c'è mai un cazzo da fare!"
-"Si ma andiamo alla festa!"
-"No dai, ormai è tardi"
-"Dai ma che facciamo qui?"
-"È vero che facciamo qui, non c'è mai nulla da fare"
-"Dai ma andiamo a dare un'occhiata, sono ore che stiamo qui senza fare nulla!"
-"Eh lo so ma che vuoi fare qui?"
-"Non lo so. Vuoi un Negroni?"
-"Dai ok".
Due ore dopo. Ormai solo noi due all'Eden.
-"Me ne devo andare da qui. Mi sono rotto il cazzo di questo posto".
Sei di mattina. Niente è successo e Godot ancora non è arrivato. In giro fra i trulli, 4 persone e 30 centesimi in totale, una bottiglia di vino che sembra petrolio, trulli come piramidi. Come tombe in definitiva. Tutti vogliono cambiare ma nessuno riesce davvero a vedere come non sta facendo per compiere con questi propositi. Frasi soffiate via grazie alla forza dell'inerzia. Si parla ancora di idee e progetti. Ma nessuno ha voglia di sforzarsi per davvero per cercare di raggiungerli. La colpa non è nostra è della cittá. Si proprio della città. Niente a che vedere con la pigrizia, con le giovinezze sprecate, con la poca volontà. La colpa è della città. Ovvio. C'è una jam session a Squinzano, una serata tributo ai Pink Floyd, una festa del vino novello, un nuovo bar con ottima musica e splendido contesto, abbiamo gli strumenti musicali, abbiamo i luoghi per andarli a suonare. Ma non c'è niente da fare in questa città. Esistiamo e basta. Anzi esistiamo e abbiamo anche il coraggio di lamentarci. La depressione latente si è impossesata di queste anime. Tutto cambia per restare tutto uguale a prima. Ci sono talenti che non trovano il coraggio di esprimersi. si vive con la paura che qualcun altro ti possa giudicar male e criticarti. La paura della critica e il conformismo imperante. Ci si conforma per paura, ci si conforma per pigrizia.
Dai, quasi quasi bevo un altro negroni e poi ci penso su per davvero.
Sulla mia scrivania, pagine bianche che non vogliono riempirsi, il libro che non scriverò mai, la lobotomia che ha afflitto il mio libero pensiero intellettuale, Sartre che non vuol più farsi leggere, le corde della mia Fender Stratocaster spezzate da più di un anno. Una donna finalmente felice perchè l'ho lasciata. Il paradosso delle incomprensioni. Il presidente del Consiglio che vuol varare un decreto anti prostituzione e poi paga 10000 euro per farsi due scopate. Le speranze della gente riposte nell'uomo politico "nuovo", ex fascista e promulgatore delle nuove leggi razziali italiane insieme a Bossi. Storie di patenti false, metodi di sopravvivenza, bugie raccontate per crersi una verginità, le maschere sociali che indossiamo per sentirci meno brutti. So che mi state mettendo alla prova e so come venirne fuori. Una prosa alcolica ed un Lightin Hopkins, questo ci vuole.
"Ci manchi". Non deluderò le vostre aspettative. Tornerò con la mia chitarra e la mia penna e graffierò i muri con le parole.
Troverò il mio Tono e muoverò il mio culo a ritmo di funky. Con una caipirinha nella mano destra.
Troverò il mio (a)more o lei troverà me.

Canzone Spontanea.

Lam Em7

Ho trovato tante strade lungo il mio cammino
Ho provato tante volte a seguirne il declino
Ho incontrato tanta gente e non sapevo che dire
Ho incontrato tanta gente e volevo fuggire

Ho creduto che imprecare mi potesse bastare
Ma ho notato che la rabbia continuava ad aumentare
Ho cercato un compromesso che potesse allietare
Le giornate che scorrevano sempre più amare

Ho creduto che dell'altro mi potessi fidare
Ma qualcosa in cambio la dovrò pure dare
Per sfuggire al tormento del quotidiano pensare
Son scappato nel mio mondo dove posso sognare

Qui le leggi le detto solo io
Qui le leggi le detto solo io
Qui le leggi le detto solo io.

A.D. 2004, Modena

venerdì 5 novembre 2010

Non mi rattrista essere privato di un certo tipo di piacere ma piuttosto che una parte delle attività umane mi è estranea.

Probabilmente non sfornerò mai un capolavoro, ma chi se ne frega? Sento che mi sta nascendo un Tono tutto mio, e quel Tono, per quanto stravagante possa essere, è la cosa di cui più vado fiero, perchè preferisco scrivere come un ballerino, muovendo il culo al ritmo del boogaloo che ho in testa, e forse raggiungere solo i lettori a cui piace usare i libri per muovere il culo, che non essere, o scrivere per, l'uomo che si è ritirato in clausura da qualche parte a leggere Eschilo, mentre questo mondo stupefacente andava sbandando folle sotto le sue finestre.

Lester Bangs