giovedì 11 marzo 2010

Ti devo parlare.

Mi sento come un paziente al quale sono stati diagnosticati due mesi di vita. Al massimo due mesi se tutto dovesse andare bene. L'ansia e la paura ti travolgono. Stai per tendere verso l'assoluto. Sei sempre stato cosciente di questo ma non l'avevi mai vissuto, diciamo, cosí in prima persona.
La tua data di scadenza. Sei come lo yogurt.
Una volta peró accettato il dato ti fatto, l'inevitabile evidenza, lo scontato finale, vivi una pienezza dello spirito mai conosciuta prima d'allora. Sento le stesse sensazioni di quel paziente. Mi sento come dentro di un'automobile che cappotta in una scarpata, sento il sapore di vetri e terra, sento una paralisi che lascia il corpo freddo come le mattine di dicembre. Quando muore anche la tua capacitá di amare, il tuo sonnambulismo emozionale. Lo stadio intermedio pre mortem secondo gli antichi tibetani.
Sono in bilico fra il non piú ragazzo e il non ancora uomo. Come diceva Carofiglio. Tyler Durden e Alex Portnoy sarebbero d'accordo.

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