domenica 11 ottobre 2009

Perché non si vive di emozioni? Perché la pregiudiziale classificazione e gerarchizzazione dei sentimenti, che l'essere umano solitamente usa,

...le aspettative false e stupide, i preconcetti, rovinano completamente la possibilitá di nutrirsi con la semplice essenza delle cose?


Qualche anno anno fa, mentre leggevo il Mucchio Selvaggio, venni colpito da un articolo. O meglio fui interessato dalla profonda umanitá del giornalista, il quale seppur serio e competente, accenava candidamente alle difficoltà incontrate nel redigere il testo.
L’articolo in questione aveva come protagonisti i Go Betweens, lo storico gruppo australiano, progenitori dell’indie pop; il problema per l’autore del testo veniva dal fatto che il gruppo era anche uno dei suoi preferiti in assoluto. Una possibile conseguenza sarebbe stata quella di perdere una delle doti fondamentali del giornalismo: l’obiettivitá.
Ma i giornalisti musicali é risaputo (questo potrebbe essere anche solo uno stereotipo), sono dei “malati” di musica, feticciosi collezionisti di vinili, raritá, sempre alla ricerca del motivo perfetto che “sicuramente incontreranno nel prossimo disco”.
Quindi, in definitiva, poco affidabili a priori, qualsiasi gruppo essi recensiscano. Troppi sentimenti (e risentimenti) gravitano intorno la sfera emotiva dell’appassionato di musica e con i sentimenti si sa, non si puó scherzare.

Non lo avrei mai detto cinque anni fa, ma durante gli scontri di Valle Giulia, mi sarei schierato dalla parte di Pasolini.

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