domenica 3 maggio 2009

I partigiani in fuga a piedi dal Piemonte alla Calabria. Una Suzuki per il deserto.

Non so perchè ma le raccontai l'aneddoto di mio nonno.
Era l'anno scorso, tutta la città era pronta a vivere il mese di marzo prima di tuffarsi a capofitto nella primavera.
Mio nonno giaceva inerme nel suo letto di morte. Non era ancora giunta la sua ora ma era chiaro a tutti che ogni momento poteva essere quello buono.
Ero in attesa dell'inevitabile, tristemente in pace con l'inevitabile.
Lui alternava momenti di delirio o di sonno profondo, a sprazzi di sorprendente lucidità. Mia nonna, piegata sulle spalle dall'età, con la testa quasi a guardarsi le ginocchia, entrava di tanto in tanto nella stanza per cercare di fargli inghiottire due cucchiaiate di yougurt o per pulirli la bava. Era bellissima la devozione con la quale ancora accudiva suo marito ed io mi sentivo stringere la gola per la bellezza della genitrice di mio padre.
All'improvviso mio nonno cambiò espressione e il suo muso reso torto dalla maledetta vecchiaia, prosciugato dalla denutrizione (l'inappetenza causata da quello stato di quasi morte in cui giaceva, lo aveva privato del suo più grande piacere: mangiare), si sciolse in quello che sembrava ancora essere un sorriso e disse con il filo di voce che gli restava:
"Lia, 52 anni sono passati ma io ti amo ancora come il primo giorno".
La stupenda bellezza e la forza che possedeva questa semplice frase mi trapassò di netto i lobi cerebrali.
Lei, ascoltato il racconto comiciò a piangere. Le asciugai le lacrime, mi tenne stretta la mano con la sua e ci baciammo.
Alla fermata dell'autobus un signore anziano teneva per mano la sua signora. Su Rambla del Badal, un'altra coppia di vecchietti passeggiava sotto il sole, lui avanti e lei che lo seguiva. Arrivarono all'altezza dell'aiuola, lui la tastò con la suola della scarpa e subito dopo tornarono indietro. Lei era ancora due metri dietro il suo uomo.
Io mi tolgo la maglietta e me ne vado in terrazza con birra e sigarette. I Greatful Dead di Jerry Garcia risuonavano negli altoparlanti e il sole che c'è oggi è impagabile.
Al lavoro è stata una giornata di merda e le brutte notizie ancora mi dovevano arrivare. Ma in tutta onestà, non è qualcosa che mi preoccupa realmente. Ho altre cose per la testa ora.

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