venerdì 21 maggio 2010

Bisogna bere il vino con rispetto, perché dietro c'é la fatica dei contadini che lo producono (Il Manifesto Copia Incollista).

Non ci avevo mai creduto, ero convinto che non sarebbe mai successo a me. Poi peró capita di arrivare alla soglia dei trent'anni e realizzare che anche tu sei uno dei tanti accomunati dalle stesse paure, fondamentalmente nulla ci differenzia l'uno dall'altro e che i nostri sforzi, i nostri assalti al Ben Essere, al benessere materiale e alla cosiddetta felicitá non sono altro che vani tentativi per cercare di non pensare all'assolutezza del nulla che ci attende. Non c'é nessun positivismo che tenga, non esiste nulla che la natura puó spiegare, al massimo puó alimentare le incertezze. Ho detto positivismo, sapendo bene cosa voglia dire. Qualunque affanno che perseguita l'essere umano, sempre e solo intento a produrre e consumare, si risolve, da parte mia, in un'unica considerazione: ma ne vale davvero la pena? Tutto qui?
Ma non voglio perdere o far perdere tempo dicendo ovvietá, anche se in realtá lo sto facendo. Peró avvicinadoti ai 30, la stessa etá di Alex Portnoy o Barney Panofsky si inizia ad avere una memoria storica, gli avvenimenti di una decina d'anni prima non appartengono a qualcun altro cosí come quando eri adolescente e tua madre o una tua zia ti raccontano un aneddoto di quando eri piccolino. I ricordi non sono piú solo una nube psicotropa e alienante dove lasciarsi perdere perché sicuri che ció che é stato non appartenga alla tua persona. I fatti comiciano a assumere i contorni di principi causa effetto, ti rendi conto che sei stato tu la causa, indipendentemente dall'esito dell'effetto. Inizi con i trenta anni ad usare termini come "generazione", inciampando nella stessa retorica dei nostri padri e ci si imbatte, senza volerlo, in una sorta di sciovinismo di categoria, uno sciovinismo anagrafico.
Un tempo odiavo la mia generazione, la ritenevo vuota e senza palle ma mi sono ricreduto. Adesso nenche me ne frega piú un cazzo di appartenere a qualsiasi tipo di inscatolamento dentro qualsivoglia categoria o genere che come unico effetto ha, quello di creare divisioni e odio gratuito. Questo peró é un altro problema della nostra razza, l'istintiva difesa delle proprie comunitá, un altro tema di cui non voglio parlare. In piú con gli anni, sto diventando cósí intollerante e allo stesso tempo cosí incurante di voler essere il paladino della giustizia sociale o il centro di un nuovo illuminismo umanista, che come diceva Carmelo Bene, l'immortale Bene, nichilista di razza "me ne fotto dei popoli".
(CONTINUA)
...Se ne troveró forza, coraggio, voglia.

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