lunedì 22 giugno 2009

Feroci Invalidi di Ritorno dai Paesi Caldi.




Da troppi giorni non scrivo nulla.
La mia agenda è vuota e non ho neanche voglia di riempirla. Sono troppo preso dalla ricerca della "formula", cosi come Rimbaud la chiamerebbe.
Ma questo è solo un segno positivo, anche se già lo sapevo.
"Questi sono pensieri interessanti" disse la ragazza con la faccia da "terrona" come me.

Sono giorni speciali questi e il Mar Mediterraneo mi ha dato una mano.

L'azione non è vita ma uno snervarsi. La morale (dell'epoca) è una fiacchezza del cervello.
Il giorno in cui parlai finalmente a mia sorella.
Le paranoie di chi non è la mia donna. Mi innamoro nuovamente del passato e della mitizzazione dello stesso.
Conosco ancora la natura? Mi conosco?
Quelli che mi hanno incontrato forse non mi hanno veduto.
Cristo è morto per i peccati di qualcuno, di certo non per i miei.


Due equadoriani che rullavano una canna di fronte al figlio di uno di loro che non avrà avuto più di quattro anni.
Reggeva un palloncino d'elio e non smetteva di fissare la mano dell'uomo che mischiava l'impasto di tabacco e fumo. Se siamo tanto le derivazioni del nostro passato e dei nostri contesti, ero incuriosito dal pensiero di quel bimbo, di come sarebbe stata la sua vita fra una quindicina di anni. O meno forse.

Don Juan, settanasei anni, che fuma interminabili sigari e che comincia a bere rhum alle 8 di mattina e a mezzanotte è ancora lì, fresco come la lattuga, che grida a tutti i "manoletes" del bar, le vecchie facce note, grida:


"Per colpa di questa pancia enorme non riesco più a vedermi l'uccello. Ma la mattina è il mio momento; mi sveglio sempre con un'erezione potentissima che mi fa dire ce l'ho ancora! Poi vado al bangno, piscio, e tutto scompare, tutto torna come prima e non riesco più a vederlo. Fino al giorno dopo."
E pensare che era entrato gridando a tutti che doveva scappare al cesso perchè altrimenti si sarebbe pisciato sotto.


Sorrido e saluto i cinesi, padre e figlio, che ogni giorno mi preparano il panino con la fettina di carne e il formaggio. Alla "spagnola" se sul menù è scritto: "Lomo con Queso". Alla calabrese "Lu pane con lu Purcu".

Macero, ricreo, rimugino e mi struggo, sorrido e me la godo. Sto bene e sto male.
Penso.
Pero ho la faccia, così dicono, di chi ha "Disfrutado de las vacaciones".
Un buon lavoro serio sarebbe tradurre gli articoli da "La Repubblica" a "El Pais".

Nessun commento:

Posta un commento