sabato 5 giugno 2010

Pete Seeger o l'Ecclesiaste che dir si voglia (Nil sub sole novum)


«Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.
C'è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
Un tempo per uccidere e un tempo per guarire, un tempo per demolire e un tempo per costruire.
Un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per gemere e un tempo per ballare.
Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
Un tempo per cercare e un tempo per perdere, un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
Un tempo per stracciare e un tempo per cucire, un tempo per tacere e un tempo per parlare.
Un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace. »

Il precipizio degli empi.

L'Illuminismo é dunque l'uscita dell'uomo dallo stato di minoritá che egli deve imputare a se stesso. Minoritá e l'incapacitá di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro; imputabile a se stesso se la causa di essa non dipende da un difetto di intelligenza ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di far uso del proprio intelletto senza essere guidati da un altro.SAPERE AUDE (Abbi il coraggio di conoscere -Orazio-)! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! (Gran parte degli uomini, pur essendo stati creati liberi dalla natura, si accontenta molto volentieri di rimanere "minorenne" tutta la vita. Questa condizione é dovuta a PIGRIZIA (non assumersi le proprie responsabilitá é una scelta comoda) e alla VILTÁ (non si ha mai il coraggio di cercare la veritá). In ogni caso il risultato di questa NON scelta é la facilitá per i piú scaltri ( o potenti) di erigersi ad interessati tutori di costoro.
Immanuel Kant
-"Bello ... in un certo senso illuminante ...Mi piacerebbe pero' avere una definizione di responsabilita' e verita' alle quali il testo fa riferimento.Ho da tempo la sensazione che si tenda abusare di tali espressioni dando per scontato che tutti attribuiscano loro un significato univoco ed ovvio.... Quali responsabilita' vanno assunte in quanto "proprie" dell' individuo impregnato del proprio essere umano e quali assumiamo per un falso senso di predeterminazione ... forse la vera (o per lo meno un altro tipo di) pigrizia a volte non risiede nel non assumersi certe responsabilita', ma proprio nel considerare inevitabile assumerle ... come se esistesse un modello assoluto ... forse minorenni per tutta la vita ci rimangono anche (e soprattutto) coloro che, troppo pigri per fare il grande sforzo necessario per comprendere quali realmente siano le "proprie" responsabilita' (sarebbe a dire lo sforzo di conoscersi), si accontentano di assumersi le responsabilita' che qualcun altro ha deciso di attribuire loro. In questo senso pigrizia e vilta' possono coincidere.Sono piu' preoccupato di quanto la NON scelta risulti per molti in una NON vita, che di quanto possa favorire gli scaltri ma pur sempre VILI e PIGRI potenti che ci sono sempre stati e sempre ci saranno ... Che i meno vili si facciano piu' scaltri (una combinazione forse incompatibile) o che si cominci tutti a scegliere di piu' e meglio !!!"-
-"Lungi da me l´assolutismo!! Sono cosí infarcito di teoria relativista che Papa Ratzinger non saprebbe dove nascondersi per la paura… Non esistono responsabilitá assolute cosí come non esistono veritá assolute ma solo tante diverse prospettive personali e punti di vista. Esistono invece responsabilitá soggettive e veritá soggettive che rispondono unicamente alla propria morale. Quale sia questa morale non mi interessa e non mi é dato saperlo, perché non é una sola, ma tante quanto le vite degli esseri umani. Il ladrone e il medico senza frontiere avranno morali differenti, una piú nobile dell’altra a seconda di come le si vuole interpretare ma almeno sono coerenti cono loro stessi. Se esiste un dio, sará poi lui a giudicare chi ha fatto bene e chi no. A parte che siamo troppo diversi fra noi per poterci permettere morali e responsabilitá indistintamente valide ed uguali per tutti. E meno male é cosí perché altrimenti vivremmo soffocati dal dogmatismo. Veritá e responsabilitá assolute sono ossimori in se, come la “felicitá eterna” e su questo siamo d’accordo.Questo é solo il mio punto di vista personale, che coincide con il tuo fra l’altro. Peró io volevo dire un’altra cosa. Tu vuoi spostare il tema verso altre riflessioni, affermando (e sono comunque d'accordo con te) che le veritá e le responsabilitá siano quelle che “altri" soggetti ci hanno imposto; la famiglia, il contesto culturale, la parrocchia etc etc. Corriamo peró il rischio di incappare nello stesso sbaglio di rendere “assolute” le posizioni personali “relative”, cadendo nell’errore oggetto della tua denuncia. Sfoceremmo cosí in uno sciovinismo ideologico anche noi, faremmo un pó la fine dei maiali nel libro di Orwell "La fattoria degli animali".Le responsabilitá e le veritá non seguono modelli preconfezionati ma soggettivi. Ognuno segue ció che é meglio per se stesso con un minimo di ragione, senso cívico e rispetto per gli altri e le altrui opinioni. Capisco perfettamente cosa vuoi dire con le tue parole. Prova peró a decontestualizzare il testo di Kant. Non incorriamo nell’errore di voler “assolutizzare” tutto anche noi. Egli aveva le tue stesse preoccupazioni riguardo la veritá/responsabilitá. Ma nel caso della nota, era una preoccupazione su scala sociale. Per troppo tempo la societá medievale era stata intrappolata nelle veritá e responsabilitá imposte da altri, forse piú scaltri, sicuramente piú assetati di potere. Veritá e responsabilitá predetermínate e non autodeterminate. L’illuminismo é per Kant la rivincita dell’intelletto relativo sulla schiavitú intellettuale dell’epoca, sull’imperialismo dogmatico. “State buoni perché Dio vi dará la vita eterna, non fa niente che ora state crepando di fame” dicevano i preti al popolo. Gli stessi preti che da un lato punivano chi non si piegava al dogma e dall’altro si ingrassavano grazie al dogma stesso. La societá medievale ha avuto le colpe che tu stesso sottolinei.Contestualizzando peró le parole della nota nelle esistenze delle persone taggate, il significato cambia. Il mio era un intento benevolo per farsi coraggio, prendendo ed ironizzando le nostre inquietudini di 30enni appartenenti alla copy paste generation, la quale, guardandosi indietro non vuole ripetere le esperienze dei propri genitori ma allo stesso tempo non ha una cazzo di idea su cosa vogliono veramente. Nessuna velleitá moralistica, nessun desiderio di rendere assoluta la veritá o il senso di responsabilitá. Si tratta solo di prender coscienza di chi siamo e cosa vogliamo veramente. L’unica responsabilitá é verso noi stessi, l’unica veritá é quella di guardarsi allo specchio e sentirsi orgogliosi dell’immagine che ci si trova di fronte.Nel nostro caso la paura e la pigrizia sono i nemici che ostacolano il raggiungimento dei nostri sogni, dei nostri obiettivi, nulla di piú. A volte ci impediscono anche solo di capire cosa realmente vogliamo. Spiazzati da un nulla assordante. Il precipizio degli empi. La paura di non riuscire, l’accidia che ci rende buoni teorici e demagoghi ma scarsi uomini pratici. L’incapacitá di trovare un mezzo espressivo, siamo dei Fellini che ancora non hanno trovato il proprio Rossellini. Non sto parlando di altra cosa se non forse l'egoistico senso di cercare di star bene, con noi stessi e con gli altri. Paura e pigrizia permettendo.Me ne fotto dei popoli e lo sai."-