venerdì 21 maggio 2010

Cammino per strada e le finestre mi urlano la loro disperazione. Cerco di non farmi coinvolgere ma é dura. Forse il bello dell'amare risiede in questa sofferenza. Forse le cose devono andare cosí. Un posto nella mia vita ti appartiene di diritto, i ricordi belli cancellano le incompresioni fittizie e la pressione che sento nel mio petto, che sta arrivando ad un limite insopportabile, vuole forse comunicarmi che sono vivo e che provo sentimenti. Stridono le strade, fremono i viandanti, il cervello palleggia con il mio cuore, mi destrutturo, mi sciolgo in un grido liquido, cerco una via d'uscita ma non la trovo, convivono in me l'accettazione del fato e del fatto (in sé), ma nessuna persona e nessun evento, nessuna musica, nessuna pagina di un libro mi possono togliere questa dolce sofferenza, questa malinconia che profuma di viole, gerani, cicoria e assenzio.
La speranza é una brutta parola ma la felicitá non esisterebbe senza la propria controparte essenziale, il dolore; sarebbe come un significato senza significante, un concetto vuoto.
Ed io sono un pó masochista, mi piace infilarmi nei problemi per vedere come poi riuscire a sbucarne fuori.

Bisogna bere il vino con rispetto, perché dietro c'é la fatica dei contadini che lo producono (Il Manifesto Copia Incollista).

Non ci avevo mai creduto, ero convinto che non sarebbe mai successo a me. Poi peró capita di arrivare alla soglia dei trent'anni e realizzare che anche tu sei uno dei tanti accomunati dalle stesse paure, fondamentalmente nulla ci differenzia l'uno dall'altro e che i nostri sforzi, i nostri assalti al Ben Essere, al benessere materiale e alla cosiddetta felicitá non sono altro che vani tentativi per cercare di non pensare all'assolutezza del nulla che ci attende. Non c'é nessun positivismo che tenga, non esiste nulla che la natura puó spiegare, al massimo puó alimentare le incertezze. Ho detto positivismo, sapendo bene cosa voglia dire. Qualunque affanno che perseguita l'essere umano, sempre e solo intento a produrre e consumare, si risolve, da parte mia, in un'unica considerazione: ma ne vale davvero la pena? Tutto qui?
Ma non voglio perdere o far perdere tempo dicendo ovvietá, anche se in realtá lo sto facendo. Peró avvicinadoti ai 30, la stessa etá di Alex Portnoy o Barney Panofsky si inizia ad avere una memoria storica, gli avvenimenti di una decina d'anni prima non appartengono a qualcun altro cosí come quando eri adolescente e tua madre o una tua zia ti raccontano un aneddoto di quando eri piccolino. I ricordi non sono piú solo una nube psicotropa e alienante dove lasciarsi perdere perché sicuri che ció che é stato non appartenga alla tua persona. I fatti comiciano a assumere i contorni di principi causa effetto, ti rendi conto che sei stato tu la causa, indipendentemente dall'esito dell'effetto. Inizi con i trenta anni ad usare termini come "generazione", inciampando nella stessa retorica dei nostri padri e ci si imbatte, senza volerlo, in una sorta di sciovinismo di categoria, uno sciovinismo anagrafico.
Un tempo odiavo la mia generazione, la ritenevo vuota e senza palle ma mi sono ricreduto. Adesso nenche me ne frega piú un cazzo di appartenere a qualsiasi tipo di inscatolamento dentro qualsivoglia categoria o genere che come unico effetto ha, quello di creare divisioni e odio gratuito. Questo peró é un altro problema della nostra razza, l'istintiva difesa delle proprie comunitá, un altro tema di cui non voglio parlare. In piú con gli anni, sto diventando cósí intollerante e allo stesso tempo cosí incurante di voler essere il paladino della giustizia sociale o il centro di un nuovo illuminismo umanista, che come diceva Carmelo Bene, l'immortale Bene, nichilista di razza "me ne fotto dei popoli".
(CONTINUA)
...Se ne troveró forza, coraggio, voglia.

giovedì 20 maggio 2010

"Non pensavo che ti piacessero i piccioni"

"Mi piace tutto ció che non parla"

Vittorio Gassman -The Sleepers-

lunedì 17 maggio 2010

La gente é dalla nostra parte.

L'altro giorno ho pianto pensando a Giuseppe Gatí e Peppino Impastato. Vorrei avere anche solo un decimo del vostro coraggio.
Un altro giorno sul lavoro a tappare i buchi dovuti alla mancanza di personale. Non é colpa mia se l'azienda vuole ridurre i costi. é invece una mia responsabilitá fare in modo che i clienti siano felici e soddisfatti. Siamo degli schiavi moderni ma ci hanno lavato il cervello cosí bene che non si ha piú la forza di rialzare la testa. Ad Atene le cose non vanno cosí, ma nemmeno a Bangok. Peró la gente muore, mentre io scrivo cazzate con il computer.
-"Smettila con questa mentalitá proletaria"- mi dissero. Ma io proletario lo sono, almeno nella mentalitá.
Fellini dovette aspettare di lavorare con Rossellini prima di capire che l suo mezzo espressivo fosse il cinema, cosa sará di me? Chi mi aiuterá?
La gente che lavora in aereoporto occupandosi di tenere sempre in ordine e ben allineati i carrelli porta valige, é tutta del Pakistan. Tornano in autobus insieme, tutti con lo stesso odore pungente, sono sempre di buon umore e la realizzazione professionale non sembra appartenere alle loro preoccupazioni.
Io mi sento ora come una via di mezzo fra Arturo Bandini, Kurt Vonnegut che cerca di scrivere un libro su Dresda e Barney Panofski che non ricorda di aver ucciso il suo migliore amico che scopava con sua moglie.
Nell'autobus un uomo legge il Corano e mangia dei mandarini, l'autista si pavoneggia con una bella polacca ma un passeggero si intromette ed io mi sento pieno di letteratura.
Ci svegliammo intorno a mezzogiorno. Lei tornó a casa sua ed io mi tuffai in uno dei miei soliti giri a zonzo per la cittá per vedere cosa accadesse. Era tanto tempo che non lo facevo. Tanto tempo che non mi facevo respirare dai quartieri odorosi di Barcellona. Scendo da plaza Espanya ed imbocco Paralelo per risalire nuovamente attraverso carrer del Blay. Non avevo nessuna meta prefissata ma una volta arrivato lí volevo vedere dove si trovasse esattamente il ristorante Quimet-Quimet. "Le migliori tapas di Barcellona". Allungo un pó il tragitto passando per carrer Salvá, solamente per assicurarmi che il bar Mantra fosse ancora lí. Era lí, con i suoi tappetini e lampade marocchine, gli incensi pungenti e il vino rosso acido. Magari veniamo qui domani sera dopo aver cenato alla Bella Napoli. Un bel bicchiere di Paxarán a suggellare una gran cena con melanzane alla parmigiana succose e sugose, una mozzarella di bufala trasudante latte, pizza bianca e rosmarino e carne alla modenese, con un balsamico che, seppur non tradizionale, decente e saporito. Il pensiero di quei cibi mi faceva ingoiare l'acquolina che mi si stava accumulando vicino alle tonsille.
Poi il Raval, come in un libro di Montalbán, mi risucchió letteralmente in quel vortice di odori: curry e piscio, pietra umida e polveri di lavori in corso, i kepab e le puttane di via Robadors.
La rabla del Raval era il solito crogiuolo di grida e lestofanti, ristoranti turchi e hotel di lusso eretti di fianco a ruderi cadenti. Qui di lato c'é una casa occupata da tre donne, madre di 46 e figlie di 18 e 28 anni, le quali non permettono a la legittima proprietaria di entrare in casa sua. La polizia non fa nulla e la povera donna è disperata.

-"Stiamo peggio di lei e non sappiamo dove andare"-. Cazzi vostri.

Arrivo al museo di arte contemporanea, c'erano i soliti skaters a fare acrobazie e uno di essi, poco piú grande di me, stava spiegando a suo figlio come tenersi in equilibrio. Erano stupendi. Una signora mi taglia la strada con gran fretta e va a ficcare quasi tutto il suo naso nel piatto di due poveri turisti che pranzavano serenamente. Un pó stupita la coppia si guardó negli occhi mentre la donna tornava da suo marito, rosso di vergogna gridando: -"Si si sono maccheroni"-
Vado a vedere un'esposizione su John Cage. Penso a quanto sia bello rasare la propria donna sotto la doccia. Compro un libro:
"Il Silenzio". Un tema che non mi lascia insensibile. La mia mente associa idee come un fiume in piena: Joannes Sebastian Bach, Nietzsche con l'Eterno Ritorno, la Gaia Scienza e la critica al positivismo. Pensai al fatto di sentirmi nichilista prima ancora di sapere cosa la parola volesse dire. Pensai alle avanguardie del secolo XX e alle post avanguardie, ma soprattutto pensai a cosa diceva Umberto Eco al proposito. Beethowen, Orazio e la ruota della vita, Epicuro e i piaceri della vita, Catullo e il suo disinteresse per la politica. Borgues e l'ottava nota, quella del ritorno all'inizio con tonalitá differente, pensai alla scena di 24hours party people in cui Martin Hannett vuole registrare il silenzio di fronte ad uno stupito Toni Wilson. Martin Hannett, troppo "grande" per la morte. Il Sistema Sonoro, Frammenti di un Insegnamento Sconosciuto, Il Libro Tibetano dei Morti, il sax di John Coltrane, le allitterazioni di Charlie Mingus e "Foggy Night".
Sulla Rambla, quella che collega Catalunya con il mare, un ragazzo con lo sguardo innamorato parlava con una busker vestita da fata. Era una scena molto bella e poetica e meritava una foto. Piú che altro erano gli occhi del ragazzo a meritarla.
Mi sarebbe piaciuto fotografare anche la Boqueria deserta, con le saracinesche dei chioschi abbassate e il pesce lasciato nel ghiaccio coperto dai panni acrilici di color bianco, con dei vagabondi che dormivano sotto le colonne, fra la puzza di orina e le scorze di verdura e i gusci dei frutti di mare del ristorante li vicino. La terrazza del Ra é piena, gli spagnoli adorano cazzeggiare al sole, seduti al bar con una birra ghiacciata. Un anno nuovo sembrava cominciare, progetti, sogni pigrizie e paure. In quel momento mi chiamó:

-"Paella al Rey de la Gamba?"-

-"Si, perché no"-

Passai prima al bar della libreria Laie a bere un buon cava di aperitivo e mi incamminai in direzione mare, pregustando giá il riso giallo di zafferano mischiarsi con gli scampi freschi.
Tutto innaffiato da un Albariño fresco. Ovviamente

Non ci avevo mai fatto caso prima.

Era una strana sensazione. Ci separavano diecimila chilometri in linea d'aria ma pensavo che sarebbe uscita dal bagno da un momento all'altro.
Talkin Heads.
Ballavo, giravo la testa c'era la sua ombra ma dietro la luce nessun corpo. Neanche l'ombra a dire la veritá. Peró ne avvertivo la presenza.
-"Adesso esce dal bagno, avrá ormai finito"-.
The Cure.
Sorrisi, sguardi, occhiate curiose, erano tutti in coppia tranne io. Le osservai una ad una. Non so quante di loro fossero veramente felici, forse lo erano davvero ed io sono il solito sospettoso. O forse no. -"Sta per uscire dal bagno"-
James Brown e subito dopo Ian Curtis. Anzi no, il DJ fece suonare prima "Let Me Stand to your Fire" di Jimi e poi i Joy Division. Fu in quel momento che coincise anche con la presa di coscienza che le Voll Damm avevano fatto effetto, unito ad uno sbalzo emozionale dovuto a quell'improvviso cambio di musiche, atmosfere, contenuti, contesti e soprattutto ritmo, che mi affacciai all'altarino stile politico durante un comizio dove stava il DJ, allungai il collo verso di lui e gli gridai nell'orecchio:

-"Come puoi farmi questo, come puoi mettermi Curtis dopo Hendrix?"-

Non sapendo bene cosa dirmi, farfuglió che per lui tutto faceva parte della "cosa", era un perfetto ignorante in musica.

-"Metti su qualcosa dei Violent Femmes"
-"Abbiamo solo una canzone e l'abbiamo giá messa prima".

Sono sicuro che non sapeva chi fosse Gordon Gano. Pero fece un paio di giocate Garage Rock anni Sessanta che mi sorpresero. Bisogna dare sempre una seconda possibilitá
Tornai a piedi fino a p.za Catalunya e fu un viaggio lungo e nebuloso. Mendicanti, spacciatori, ragazzine di sedici anni in minigonna e tette da fuori, i soliti turisti biondi e ubriachi.
Ma la cosa piú inquietante erano le piastrelle di Gaudí che rivestono Paseo de Gracia come i sanpietrini le strade di Roma. Migliaia e migliaia di occhi luccicanti. Un'ossessione, tutti rivolti verso di me.
Non ci avevo mai fatto caso prima.

domenica 16 maggio 2010

Macchie di vernice sui Wilco.

Un bambino catalano di 8 anni riassume in una frase la questione linguistica: "Yo tampoco sé que idioma hablo". Un vecchio pazzo va in giro per l'aereoporto, occhiali da sole, sciarpa fin sotto le narici e cuffie dalle quali non veniva fuori musica ma rumori insopportabili simili a frequenze radio. E lui, tranquillo, passeggiava con un'aria beatamente inquieta.
Un giovane ubriaco cerca di spiegare alla polizia la sua versione dei fatti di non so quale avvenimento ma quell'alito e quel cartone di vino stretto fra le mani gli tolgono credibilitá. Almeno di fronte alle forze dell'ordine, non certo di fronte a me.

-"Dammi un euro, dammi un euro per mangiare".

Lavoro dalle 23.00 alle 07.00 alle 09.00 ho un corso di formazione. l'ennesimo. Forse il precariato del lavoro é qualcosa di positivo, almeno non ci sentiremo mai "arrivati" e continueremo a cercare il nostro futuro. Fino a quando poi non avremo piú questo lusso. Di avere un futuro. A volte credo di non avere passioni, a volte le passioni mi fanno desiderare avere 48 ore di tempo al giorno. "Lavorare é facile, il problema della vita é sapere cosa fare dopo il lavoro"
Vedo "La Cena" di Scola coi sottotitoli in portoghese, l'amica di Mari che legge "Amercan Pastoral", Mari che legge "Fiesta Mobile".
-"Tatie. Sognavo vederti venire da me in Brasile a chiedermi di sposarmi. Vedo Hemingway e vedo te, vedo te e penso a Hem".
Magari fosse cosí mia dolce Haydley.

-"Andiamo in qualche bistrot, andiamo a mangiare qualche buon formaggio fresco e verdure della Rioja. Innaffiamo le nostre anime di Chablis e lasciamo che questa succulenta carne ci faccia venire ancora di piú la voglia di fare l'amore.
Grazie per la compagnia, il flamenco e le lagrime. Grazie anche per la tua incoerenza e mancanza di volontá. Grazie per la pioggia"-.

Che disastri combino, quanta vita ultimamente.

-"Il problema del panta rei é il mentre"

-"Anche il mentre scorre"

-"Il tuo problema e´che riesci a cambiare opinione nell'arco della stessa frase"

La speranza é una brutta parola inventata dai padroni.

Ho accumulato troppe cose, troppi ricordi, troppi aneddoti, troppa vita, troppe emozioni. Non sto seguendo i consigli di Hemingway, quel caro buon vecchio ubriacone disciplinato che si obbligava a scrivere ogni santo giorno. Il risultato é un arretrato di potenziali racconti che forse non vedranno mai la luce. Se non comincio a lavorare subito, col cazzo che l'anno prossimo andró alla fiera del libro a presentare il mio libro.
Sono vuoto e triste, spogliato dell'unica cosa bella che avevo. La vita é sarcastisca, le sue vicende ti rendono prima un nichilista e poi ti illudono facendoti assaggiare cosa é l'amore. Non si fa in tempo a ricredersi, che la vita si riprende indietro tutto. E tu torni solo.
Ma solo ci sono sempre stato. Cosí moriró. Come tutti.

-"Era un ragazzo che aveva "tutto", casa di proprietá, posto in banca, 3000 euro al mese. Beveva. Troppo. Con un grammo di cocaina faceva due piste. La madre si suicidó due anni fa. La donna lo ha lasciato l'anno dopo. Lo hanno trovato, cadavere da ormai tre giorni, nel suo appartamento, con il viso ricoperto di formiche e la bottiglia di J&B rovesciata sul comodino"

Leggi ad listam per salvare Formigoni e quell'altra sindacalista fascista. Anemone, Scajola, corruzione e mafie,
posso subire tutto questo con mille euro al mese?
Posso pagare le tasse se la Guardia di Finanza si fa corrompere da costruttori e attuali presidenti del Consiglio?
Appalti, favori, puttane e squallore. Preti pedofili e Legionari di Cristo. Ma Gesú avrebbe mai accettato la parola legionari? proprio loro che si giocarono ai dadi la sua veste? Ratisbona, il fratello del Papa che picchia minori, Fastweb, il piú grande scandalo della storia in termini economici, gente che ride dopo il terremoto de l'Aquila per tutti i soldi che guadagnerá con gli appalti, inventarsi un legittimo impedimento per aggirare la bocciatura dell'incostituzionale lodo Alfano. Di Girolamo, Mills e le "assoluzioni" del TG1, Minzolini e il vice direttore de Il Giornale, dove esiste il limite, perché la corruzione annienta cosí tanto la dignitá?
Ma a me, in realtá, cosa cazzo me ne frega di questi personaggi? Cosa apporta alla mia vita questo spreco di energie?
Io desidero solo un lungo arcobaleno che unisca Sao Paolo do Brazil con Barcelona, vorrei scivolare lungo questo iris e ritornare ad abbracciare la persona che amo.